Costo milionario: il progetto ad arte scuote il mondo dei musei italiani!

Costo milionario: il progetto ad arte scuote il mondo dei musei italiani!
Musei

Il Ministero della Cultura italiano sta preparando una rivoluzione digitale nei principali musei del paese con una mossa audace e ambiziosa. Il progetto, chiamato Ad Arte, mira a creare una piattaforma unica per l’acquisto dei biglietti, coinvolgendo istituzioni culturali di primo piano come gli Uffizi di Firenze e il Colosseo di Roma.

Ma quanto costerà davvero questa iniziativa innovativa? I fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) copriranno le risorse necessarie, ma i dettagli finanziari svelano che Ad Arte costerà alle casse pubbliche 1,218 milioni di euro.

Il contratto per Ad Arte è stato assegnato a un consorzio guidato da Almaviva, una delle principali aziende italiane nel campo dell’informatica, insieme ad altre come Almawave, la filiale italiana dell’azienda spagnola Indra, e Intellera, una società di consulenza nata da Pricewaterhouse Coopers.

Quest’iniziativa fa parte di un contratto quadro per la digitalizzazione bandito da Consip, la centrale di acquisti della pubblica amministrazione italiana. Le quattro aziende coinvolte hanno ottenuto una parte di questo contratto nel 2017, che è stato rinnovato nel 2022 con un aumento del 50%, portando a un incremento di 200 milioni di euro nei servizi per gli enti statali, tra cui il Ministero della Cultura.

L’aggiudicazione del progetto è avvenuta il 7 dicembre 2022, ma il documento ufficiale è stato pubblicato solo il 9 novembre 2023 a seguito di una richiesta di accesso agli atti presentata da Wired.

Il finanziamento per lo sviluppo di Ad Arte proviene dai fondi del Pnrr, con un’importante enfasi sulla digitalizzazione e l’accessibilità ai beni culturali. L’obiettivo è rimuovere le barriere architettoniche, migliorare la formazione del personale e rendere i monumenti e i beni storici più accessibili al pubblico.

Ma Ad Arte non si limita solo alla gestione dei biglietti. La piattaforma è stata progettata per offrire servizi digitali ai musei, alle aree e ai parchi archeologici di proprietà statale, al fine di migliorare l’esperienza degli utenti e coordinare l’attività culturale.

Con l’arrivo di Ad Arte, i musei dovranno rescindere i contratti esistenti con i fornitori di biglietterie esterne entro il 19 maggio 2023. Tuttavia, ad oggi, Ad Arte non è ancora completamente operativa in molti dei principali musei italiani, che continuano a utilizzare le loro infrastrutture esistenti.

Il progetto Ad Arte rappresenta un ambizioso passo avanti nella digitalizzazione dei musei italiani, eppure è inevitabile che sorgano domande legittime sui costi, le tempistiche e, soprattutto, sull’efficacia di questa iniziativa. Resta da vedere se questa rivoluzione digitale porterà effettivamente i risultati sperati e se gli investimenti significativi necessari saranno giustificati dai benefici a lungo termine che apporteranno al ricco patrimonio culturale italiano. La sfida sta nel bilanciare la necessità di preservare il passato con la spinta verso un futuro più tecnologicamente avanzato, garantendo che il valore intrinseco della cultura italiana non venga mai compromesso nel processo di digitalizzazione.